Vaio – và-io
La radice etimologica è latina: arriva da varius 'diverso', ma può significare anche 'variopinto, screziato, maculato'. Il suo colore tende al nero, come i frutti prossimi alla maturazione, quando in vigna si scova il primo grappolo che noi chiamiamo ‘vaio’. È un aggettivo antico, forse in disuso ma tutt'altro che perduto. Anzi, in ambito tecnico si parla di invaiatura, il momento in cui il colore dei frutti in maturazione cambia e si avvicina alla sua sfumatura definitiva.
"Vàio sul tetto" è il nome che abbiamo scelto per il nostro Cabernet in edizione limitata: soltanto 300 bottiglie numerate che trascorrono un anno di affinamento sul tetto della cantina, esposte alla variabilità del tempo, senza paura alcuna, senza mediazioni. “Vàio sul tetto" non è soltanto quello che intendiamo come grande vino, perché parla proprio di noi, di come siamo. In particolare di Graziano, che ancora una volta ha creato un’emozione liquida che racconta le nostre terre, i loro colori, il ritmo inesauribile della natura. La concreta essenza di un respiro nel suo ripetersi, sempre uguale e differente allo stesso tempo.